Coaching Psicologico

Il coaching psicologico specifico per l’ADHD nell’adulto è un intervento di supporto psicologico altamente individualizzato, che aiuta a prendere consapevolezza circa le caratteristiche personali e ad acquisire/consolidare una propria autonomia e gestione delle sfide quotidiane. Il paziente e lo psicologo cooperano nella definizione degli obiettivi da raggiungere e nel ricercare le più adatte strategie per migliorare il proprio funzionamento e ridurre le difficoltà nella vita quotidiana domestica, scolastica, professionale, emotiva e interpersonale. La cadenza degli incontri può essere settimanale o bisettimanale, a seconda dei ritmi personali.
Il coaching si basa su tecniche cognitivo-comportamentali (CBT), focalizzate sul momento presente, riconoscendo le basi neurobiologiche dell’ADHD. Si tratta di un percorso di empowerment (potenziamento, emancipazione, responsabilizzazione), in cui al paziente è affidato un un ruolo attivo e responsabile nella costruzione del proprio benessere.
Nello specifico, il lavoro è finalizzato a potenziare e migliorare le funzioni esecutive, adeguando l’ambiente che circonda la persona alle sue capacità. Solitamente si lavora su memoria, attenzione, concentrazione, gestione del tempo e dello spazio, pianificazione, motivazione, presa di decisione/problem solving e tendenza alla procrastinazione (Katzman et al., 2017; Faraone et al., 2021).
Oltre al focus sulle funzioni esecutive, il percorso di coaching favorisce la regolazione emotiva, la gestione dell’impulsività, le abilità sociali (stili comunicativi e relazionali) e l’apprendimento (strategie efficaci per lo studio o il lavoro). Per quanto riguarda la gestione emotiva, si cerca di identificare un’emozione, capire da che situazione proviene, darle un nome, differenziarla, articolarla e poi esprimerla adeguatamente e pienamente. Possono essere integrate anche altre tecniche, quali il rilassamento muscolare progressivo di Jacobson (1987) e la mindfulness (Zylowska, 2012), al fine di regolare l’iperattività e l’impulsività.
A chi si rivolge?
Il coaching psicologico è consigliato, come da linee guida internazionali, per persone con ADHD. È stato dimostrato che una volta migliorato il funzionamento del paziente, e quindi il suo senso di autoefficacia e padronanza di sè, anche l’eventuale sintomatologia coesistente, ad esempio ansiosa, ossessiva o depressiva, va scemando. Qualora si ravvisi il mantenimento o l’insorgere di un disturbo che raggiunge la soglia clinica, è possibile intraprendere un percorso di psicoterapia precedente al coaching psicologico o in parallelo. Nel caso in cui emerga un ADHD con un impatto che va da moderato a grave o un disturbo in comorbilità (ad esempio depressivo) è consigliabile, secondo le linee guida, anche un supporto farmacologico.
Infine, il coaching psicologico è indicato anche per persone con difficoltà tipiche dell’ADHD ma che non raggiungono la soglia dei criteri per ricevere la diagnosi.